Meno accessibilità per tutti

jacopo deyla
3 min readSep 18, 2018

grazie al DECRETO LEGISLATIVO 10 agosto 2018, n. 106

Da anni mi occupo di accessibilità web, e quel che mi è sempre piaciuto della nostra legge è che mira dare a tutti le stesse opportunità. Ma dal 26 settembre prossimo, non sarà più così.

A maggio, quando alla Regione Emilia-Romagna nella Conferenza delle Regioni, era stato chiesto un parere, come esperto ero stato coinvolto. Avevo segnalato la picconata che si tentava di dare alla legge e tralasciando tutti gli altri errori, avevo consigliato di evidenziare e rimuovere almeno quel difetto.

Escludere a priori è contro la Costituzione

Il bello della legge 4/2004, è il bello della nostra Costituzione, dell’articolo 3, quello che dice che siamo tutti uguali.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E che per il fatto che siamo uguali, dobbiamo avete tutti gli stessi diritti, le stesse opportunità, e dobbiamo poter tutti fare le stesse cose e ricevere le stesse informazioni (l’accesso alle informazioni è appunto il diritto che stabilisce la legge 4/2004)

La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici.

La picconata

Oggi, ma ormai ieri, veniva chiesto che tutti i siti web, le applicazioni, le app fossero accessibili e che l’obbligo venisse rispettato da tutti i soggetti che devono farlo, ovvero le pubbliche amministrazioni, e tutta una serie di soggetti, anche privati, che ad esempio ricevono contributi pubblici.

Gli unici esclusi sono:

….. gruppi di utenti dei quali, per disposizione di legge, non possono fare parte persone disabili.

In sostanza nessuno è escluso, forse solo applicazioni in uso ai vigili del fuoco.

Domani invece, ovvero dopo l’uscita in Gazzetta di questa modifica, il testo cambierà e diventerà:

Le disposizioni della presente legge in ordine agli obblighi per l’accessibilità non si applicano ai contenuti che si trovano esclusivamente su dispositivi mobili o programmi utente per dispositivi mobili sviluppati per gruppi chiusi di utenti o per uso specifico in determinati contesti e non disponibili e usati da ampi segmenti di utenti. …

Cosa cambia? Tutto!

In sostanza, viene permesso in casi particolari, ovvero a gruppi chiusi, di non adottare strumenti digitali accessibili. E così succede che il gruppo chiuso, resta chiuso per sempre alle persone disabili, perché magari quel gruppo per lavorare deve usare una speciale applicazione, che non sarà mai accessibile.

Dove va a finire lo spirito della legge e della Costituzione? Ricordo che l’articolo 3 continua con

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

)

Questa modifica a me pare del tutto incostituzionale se la si guarda sotto questo punto di vista.

Il paradosso

Potremmo arrivare addirittura al paradosso che un dipendente pubblico, unico membro di un gruppo che fa un certo lavoro, unico competente su una certa materia del suo ente, oggi non abbia la necessità di un’app accessibile per svolgerlo, ma gli serva un’applicazione dove registrare tutti i dati. Gli viene fatta l’app su misura e lui la usa felicemente per qualche anno. Un giorno le sue condizioni fisiche cambiano, ,niente di grave magari semplicemente invecchia e gli cala la vista, a quel punto ha la necessità di un software accessibile. Che si fa?

Alcune ipotesi:

  • Il lavoro non viene più fatto
  • La persona deve passare il lavoro a una incompetente ma che può accedere all’applicazione: il lavoro viene fatto male
  • L’amministrazione spende di nuovo per modificare l’applicazione per quella persona competente ma disabile: il lavoro viene nuovamente fatto, ma l’amministrazione spende due volte.

L’altro paradosso è che la norma europea mirava ad elevare il livello di accessibilità di tutti gli Stati membri, e diceva a chi voleva fare di più, che poteva. Quindi andiamo pure contro i principi di quella norma che dovremmo recepire….

Evito altre ipotesi e osservazioni sul testo perchè questo primo punto mi sembra da non stemperare in altre considerazioni.

E ora che si fa?

--

--