La lunga coda… di paglia

jacopo deyla
2 min readSep 20, 2018

Che io trovi il DL 106/2018 incostituzionale, l’ho già detto in Meno accessibilità per tutti ma ci sono altre cose che non tornano, questa la prima.

Ci adeguiamo senza (voler?) capire

La Direttiva europea 2016/2102 era semplice e aveva un obiettivo chiaro, far sì che i Paesi meno accessibili allineassero la loro normativa alla quella dei più virtuosi.

Dopo 56 considerata dice chiaramente che il suo primo obiettivo è

Al fine di migliorare il funzionamento del mercato interno, la presente direttiva mira al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri riguardanti le prescrizioni in materia di accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici, consentendo così a tali siti e applicazioni di essere maggiormente accessibili agli utenti, in particolare alle persone con disabilità.

E poi esclude esplicitamente tutta una serie di soggetti e contenuti dalla norma, sembra per questione di costi-benefici, di fattiblità, ogni esclusione ha un senso, es.

g) contenuti di extranet o intranet ossia siti web disponibili soltanto per un gruppo chiuso di persone e non per il grande pubblico in quanto tale, pubblicati prima del 23 settembre 2019 fino a una loro revisione sostanziale;

Esclusione che abbiamo ripreso pari pari nella 106. Il che per noi è una contraddizione, perchè la legge, da circa 13 anni, dice che intranet ed extranet dovevano già essere accessibili!

Dobbiamo davvero fare meno di prima? NO!

Lo spirito, il senso della direttiva, si perde già qui. La nostra nuova legge dice di essere meno accessibili di prima, ma la Direttiva all’articolo 2 dice chiaramente

Gli Stati membri possono mantenere o introdurre misure conformi al diritto dell’Unione che vadano al di là delle prescrizioni minime per l’accessibilità web di siti internet e applicazioni mobili stabilite dalla presente direttiva.

Possibile che dopo 2 articoli il legislatore abbia già perso il senso della Direttiva e del suo recepimento? L’unico motivo che mi viene in mente per inserire questa esclusione, e quindi fare meno di prima, è una coda di paglia lunga come la coda lunga del web: consapevoli che tante PA non sono a norma gli si permette per legge di prendersi altro tempo (13 anni in effetti potrebbero essere ancora pochi).

Coda di paglia che è perfettamente coerente con quanto ho scritto nel precedente articolo, ovvero l’esclusione di particolari applicazioni (quelle destinate a gruppi chiusi di utenti) da quelle che devono essere a norma.

Certamente ci saranno delle amministrazioni che hanno fatto app, le hanno rilasciate, ma non hanno verificato fossero a norma, e come abbiamo visto capitare tante volte in questo Paese, piuttosto che colpire chi sbaglia (ad oggi, nemmeno un dirigente ha pagato per un contenuto inaccessibile), si cambiano le regole per proteggere chi non è in regola.

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